0424 524234 / 0424 403675

avvocato@studionascinguerra.eu

Piazzale Firenze 21

Bassano del Grappa, 36061

News

Home News

Non è possibile monitorare la navigazione internet dei lavoratori in modo indiscriminato

Così si è espresso il Garante per la protezione dei dati personali, in un provvedimento sanzionatorio avviato sulla base del reclamo presentato da un dipendente che, nel corso di un procedimento disciplinare, aveva scoperto di essere stato costantemente controllato.

Dalla indagine del Garante è emerso che l’ente impiegava un sistema di controllo e filtraggio della navigazione internet dei dipendenti, con la creazione di apposita reportistica, per finalità di sicurezza della rete.

Nel provvedimento l’Autorità ha evidenziato che l’esigenza di ridurre il rischio connesso alla navigazione in Internet non può portare al completo annullamento di ogni aspettativa di riservatezza dell’interessato sul luogo di lavoro e il rispetto dei principi contenuti nel GDPR, anche nei casi in cui il dipendente utilizzi i servizi di rete messi a disposizione del datore di lavoro.

Il Garante, tenendo conto della piena collaborazione dell’ente, ha disposto una sanzione di 84.000 euro per l’illecito trattamento dei dati del personale. L’ente dovrà anche adottare ulteriori misure tecniche e organizzative, nonché aggiornare le procedure interne individuate.

LINK DEL PROVVEDIMENTO DEL GARANTE: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9669974

FONTE: GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

Pubblicazioni che ledono la privacy e la dignità delle persone

L’Autorità è intervenuta per sanzionare un utilizzo di dati non conforme alla disciplina in materia di dati personali, attraverso l’utilizzo di piattaforme social.

Nel corso del procedimento è emerso un video che ritraeva persone riconoscibili e in evidenti condizioni di difficoltà socio-economica, senza che la loro identificabilità fosse giustificata da ragioni di interesse pubblico.

Una pubblicazione riportava l’immagine di un ragazzo disabile per di più con l’indirizzo in chiaro.

Altre immagini e video diffusi, che vedevano protagonisti dei minori ripresi in condizioni di degrado o la descrizione delle condizioni di salute di una bambina, sono risultati anch’essi lesivi delle norme a tutela della riservatezza e in contrasto con le regole fissate dalla Carta di Treviso.

L’Autorità ha quindi vietato l’ulteriore trattamento dei dati e ha ordinato il pagamento di una sanzione di 50mila euro.

LINK DEL PROVVEDIMENTO DEL GARANTE: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9670001

FONTE: GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI